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Caccia al cinghiale: i retroscena che non ti aspetteresti mai

23/06/2016

La caccia al cinghiale, al contrario di quel che può sembrare, non è un hobby in cui eccellere. Si può dire che una volta acquisita la conoscenza dell’animale e delle sue abitudini, si è già fatto metà del lavoro.

Si è in grado, quindi, di stimare con un basso margine di errore che direzione ha preso il cinghiale, quanto pesa, se sia femmina o maschio e capire, addirittura, in che stato emotivo si trovava l’animale quando è passato di lì (se era calmo, se era agitato perché in fuga, etc).

La caccia al cinghiale può avere scopo commerciale, alimentare o ricreativo. Le armi usate in passato in questo tipo di caccia erano: lance, spade, armi da fuoco o frecce.

La caccia al cinghiale, al giorno d’oggi, è molto diffusa in diverse zone d’Italia, in cui si incontrano branchi anche piuttosto nutriti.


Copy: www.umbriacaccia.it

Queste armi da caccia, naturalmente - quando non vengono usate - vanno conservate in luoghi sicuri e protetti, ai quali ha accesso solo il cacciatore. Uno di questi è l’armadio portafucili con vetrina, uno dei tanti prodotti di qualità dell’azienda Blindò.

Ogni armadio firmato Blindò viene realizzato in Italia in ogni sua parte e son tutti conformi alla Legge di Conformità 110 in materia di custodia delle armi. Ogni pezzo è disponibile anche in vetro.

I dati sulla caccia al cinghiale parlano chiaro: vi è un notevole aumento dei capi abbattuti.

La Provincia ha messo in atto un piano di controllo che ha decretato, fra le varie disposizioni, l’assegnazione ad ogni cacciatore di specifiche porzioni di territorio, al fine di evitare scomode sovrapposizioni, a cui si aggiunge la pastorizzazione che ha come fine l’abbattimento.

Ci sono stati 15 abbattimenti nelle zone circostanti il Parco della Bessa e quello della Baragge, a differenza degli 8 registrati nel 2015, come ha dichiarato Giovanni Caristia, presidente dell’ATC Bi1.

Perciò il Consiglio Direttivo ha disposto nuove assegnazioni anche per i mesi di giugno, luglio e agosto.

25 sono i blitz registrati dall’inizio dell’anno, in cui sono stati abbattuti 5 cinghiali.

Ciò che si evince, quindi, dall’avvio del nuovo piano di controllo, è che le regole adottate sono quelle corrette, perché a parlare sono proprio i risultati.

Articolo realizzato in collaborazione con Blindò






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