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Burrata, una storia tra leggenda e mistero

05/06/2018

La burrata è il tipico, gustoso e prelibato prodotto caseario pugliese che è ormai un’icona gastronomica non solo italiana, ma anche internazionale. Eppure, le sue origini non sono ancora del tutto chiare. Sembra appurato che il suo inventore fu un casaro andriese di nome Lorenzo Bianchino Chieppa, intorno agli anni ’20 del 1900; tuttavia, le dinamiche che portarono alla nascita della burrata restano ancora oggetto di speculazioni. Vediamo quali sono le due più conosciute e come poi si è diffusa la burrata per arrivare sulle nostre tavole.

Le origini

Come abbiamo detto, il nome della burrata è legato al casaro di Andria, tale Lorenzo Bianchino Chieppa, che lavorava presso la masseria Piana Padula, nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia. Qui la storia si divide in due diverse correnti.

La prima vuole che una tormenta di neve bloccò il casaro nella masseria insieme alle scorte di latte vaccino che avrebbe dovuto portare in città; vista la situazione, decise di modificare quelle che al tempo erano delle specialità tipiche, cioè le manteche (formaggi di pasta filata stagionata farciti con burro), sostituendo il burro con straccetti di mozzarella e panna (l’attuale ripieno della burrata, chiamato stracciatella).

La seconda versione invece ritrae una situazione differente, ovvero il tentativo di Chieppa di conservare più a lungo la mozzarella utilizzando la panna.

Comunque sia andata realmente la vicenda, il risultato finale è stato il medesimo: il composto creato da Lorenzo Bianchino era così buono, soffice e cremoso che conquistò immediatamente il cuore degli abitanti di Andria. Alcuni caseifici iniziarono subito la produzione di burrate e fu così breve la diffusione a livello nazionale.

A partire dal Secondo Dopoguerra, le burrate erano diventati preziosi manufatti gastronomici, tali da attirare l’attenzione di eminenze internazionali, come lo Scia di Persia, che addirittura si faceva recapitare a Teheran, via aerea, scorte di burrata dalla Puglia.





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